martedì 29 novembre 2022

ARONTE E LA SIRENA

 ... un po' acciaccata per gli anni e l'incuria dei concittadini, continua a elargire la sua limpida acqua a tutti i carrarini ...

... non c'è carrarino che non si sia fermato una volta a bere quest' acqua, fresca anche d'estate ...

... la leggenda, come riporta mio cugino Beniamino nel libro  ”Carrara e le sue favole”  (pagine 17-19 – II edizione maggio 2012), narra pressappoco così ...

"Una sirena, in un bel giorno di primavera, passava verso Punta Bianca: guardò in su e vide delle montagne così belle da volerci salire. Cercò il punto più adatto per raggiungerle e imboccò il Carrione, che allora era limpido .... nuotò su su, fino al posto oggi chiamato Fantiscritti e qui ebbe una sorpresa: vide un uomo bellissimo seduto davanti a una grotta. “Chi sei?” gli chiese ”Sono Aronte, aruspice e indovino” ”E dove abiti?” ”Dentro questa grotta. Da qui posso vedere tutto quello che c’è di bello in terra, in mare e in cielo.”

La sirena guardò in su e in giù, in qua e in là e vide che era proprio come diceva l’uomo. ”Mi ci tieni qui con te?” chiese allora, dato che si era subito innamorata sia di Aronte che del posto.
Aronte, anche lui cotto a prima vista, non se la rivide mezza, come diciamo a Carrara e se la portò dentro la grotta.


Da quel giorno, e per anni e anni, non si lasciarono più. Ma dopo tempo e tempo quando ormai Aronte era vecchio vecchio e sua moglie ancora giovane, perché le sirene non invecchiano mai, la madre di tutte le sirene venne a sapere che sua figlia non era morta, ma viveva con un vecchione nei monti sopra Carrara.

Allora chiamò il pesce messaggero, quello che adesso è anche lui di marmo sotto la sirena, gli ordinò di salire su per il Carrione, fino alle montagne, a cercare la sconsiderata e riportarla a casa. Il pesce obbedì e via nel fiume, a cercare per tutti i ruscelli che scendevano da Torano, Miseglia e Colonnata, finché arrivò proprio a Fantiscritti e qui vide la Sirena seduta davanti a una grotta, accanto a un vecchione dalla barba lunga lunga. 

“Tua madre mi ha ordinato di riportarti a casa” fece il pesce messaggero senza tante storie. La sirena, confusa, indecisa se essere contenta o no, guardò bene Aronte che dormiva e, siccome quando lo guardava addormentato le sembrava ancora più decrepito e malandato, sentì che non poteva più vivere con quel vecchio. Salì in groppa al pesce messaggero e via verso il mare, senza neppure svegliare e salutare il povero addormentato!

Scendevano giù per il Carrione, i due ingrati, ma quando furono dove adesso c’è il Ponte delle Lacrime, incontrarono Giove che abitava sul Monte Sacro, adesso chiamato Sagro.

“Dove andate?” chiese Giove, che conosceva bene la Sirena e Aronte, ma non aveva mai visto quel pesce.

“Me ne torno a casa con questo messaggero di mia madre” spiegò la Sirena.
“E Aronte?” volle sapere Giove molto affezionato al vecchio. “Perché non viene con voi?”

“Perché ormai non può più neanche camminare: non è vecchio e neanche stravecchio e neppure antico: è decrepito! E io non lo voglio più”.

La Sirena, detto questo, diede una patta al pesce perché ripartisse, ma Giove li fermò.
“A sì?” gridò con la sua voce da re supremo. “Allora vi sistemo io, voi due che avete il coraggio di abbandonare un povero vecchio solo e malandato!” Alzò il suo scettro magico e con un incantesimo trasformò Sirena e pesce in una statua di marmo.



Da allora, quella statua è rimasta sempre là, nel  posto del castigo e dell’incantesimo, sulla sponda del Carrione. E quando, nei tempi dopo, i carrarini costruirono un ponte proprio in quel posto, lo chiamarono il Ponte delle Lacrime per ricordare la storia di Aronte e della Sirena, bella al principio e triste alla fine, come tante altre storie di Carrara.

... sulla figura di Aronte indovino etrusco di Luni nell'epoca di Cesare diremo forse oltre ...

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