Sabato... piove, niente orto.
Allora mi dedicherò ad un'altra delle mie passioni, che come tutte le altre richiede l'unica cosa che non ha IL TEMPO. Sembra fuori tema, ma è l'elemento fondamentale per realizzare il vero pesto.Era l'attività cui un tempo quasi tutti gli abitanti del mio paese si dedicavano nei giorni piovosi, per guadagnare qualche soldo e non perdere una giornata. Oggi purtroppo sono pochi (tre) gli anziani che portano avanti questa tradizione. Io li ho seguiti uno ad uno, per carpire qualche segreto, ascoltando tutti i loro insegnamenti, anche quando i tecnicismi si trasformavano in leggende.... al fondo delle quali però c'è sempre qualcosa di vero.Inizio a fare un MORTAIO di marmo... tutto completamente a mano.
C'era una volta... UN RE .. diranno i miei orticoli lettori .. no... un pezzo di marmo.
Si parte da un blocchetto di marmo...... i vecchi lo riquadravano a mano e trasformatolo in un capitello se lo portavano a spalla giù dal monte... il mio è già squadrato e l'ho portato con la macchina.
Ecco gli strumenti che servono che io ho ereditato.
Si strofina questo tipo di erba (uriola in dialetto) su una faccia per macchiare superficialmente il marmo e favorire il disegno.
Quindi con riga e compasso si disegna il mortaio.
Poi con lo scalpellino e molta pazienza si seguono i contorni.
Il risultato è questo.
Ora con la subbia si inizia a sca
vare.
E a scavare
.... uniche cose da tener presenti prima di colpire sono sono:
- non è tonno... per cui non si taglia con un grissino;
- una volta che una scaglia è partita ... non si torna più indietro.
Ma ora mi fermo, non vorrei annoiare.. gli esiti li vedremo poi "se interessano" ...... ha smesso di piovere e i miei limoni mi chiamano.
"Se quest'estate vuoi il limoncino devi farci uscire...."