(Immagini tratte dal Web)
Traggo spunto da un post di Sara, per tirar fuori un po' d'orgoglio e poi tornare il Semola di sempre.....
Non siamo liguri, non siamo toscani e neppure emiliani .... siamo diversi....
..... forse per questo mi sento "Carrarese" e non "Carrarino"....
L'eco della storia, si sa, spesso si allontana e si fa fievole fino a sparire.... ma è bene ricordare.....
Col termine "i Carrarini", venivano definite negli anni '20 le milizie fasciste guidate dal gerarca Renato Ricci che, al soldo degli industriali del marmo, tanti soprusi han fatto dalle nostre parti.
Io preferisco rifarmi alla definizione di uno scrittorucolo minore che, esule dalla sua città, trovò ostello dalle nostre parti ..... un certo Dante che in un verso della Commedia ci definisce "Carraresi".
"Carrarese" era un tal "Gino Lucetti" che attentò alla vita del Duce
"Carraresi" erano i cavatori che trasportarono "il monolite" dalle vette delle Apuane fino al mare a forza di braccia e di buoi.
"Carraresi" erano le donne che con la rivolta di piazza delle Erbe il 7 luglio del '44 in piedi e disarmate di fronte ai cingolati nazi fascisti impedirono lo sfollamento.
"Carraresi" erano i cavatori che pezzo pezzo hanno smontato e rimontato il tempio di "Abu Simbel" in Egitto.
"Carraresi" sono i tanti volti ignoti ritratti nelle foto di Ilario Bessi.
Sottraendo bellezza a se stessa e arricchendo pochi, un pezzo della mia città è in ogni parte del mondo e le opere più belle di ogni tempo sono realizzate col suo marmo.
Purtroppo cara Sara ai danni del ventennio fascista è succeduto un più che ventennio di una sinistra, asservita agli stessi industriali del marmo che prima foraggiavano gli "Squadristi Carrarini", a cui forse sono dovuti quei "costumi carrarini" cui non hai "dimestichezza".
Ma di sicuro in qualche antro delle Apuane resta qualcuno di quegli "Apui" (non liguri) .... che neppure i romani riuscirono a domare....