venerdì 29 ottobre 2010

L'ESTRACOMUNITARIO

In questa stagione c'è un altro frutto che matura nel mio orto. Non è autoctono, ma si è ben adattato.
Sapete cos'è?
Seguendo le regole "Troppobarbesche" non metterò subito la soluzione....

mercoledì 27 ottobre 2010

TRADIZIONI

Sabato pomeriggio, approfittando della giornata fredda ma non piovosa, abbiamo deciso di andare in cerca di castagne.
Da noi è pieno di piccoli boschi e questo frutto povero è stato per anni il pane, la farina e il nutrimento per molte persone.
Oggi non è più così, i boschi sono in totale abbandono e dei mulini ad acqua è rimasta solo la struttura.
Per me però non è autunno se non c'è la castagna sulla tavola, una bella pentola di "badoti" fumanti. Un tempo riempivo interi zaini.
Sul posto, però, la delusione è stata totale, le piante sono state colpite dalla vespa killer cinese che con la sua puntura ha deformato i cardi e le castagne.
Risultato nonostante l'impegno abbiamo portato a casa pochissime castagne e più piccole.

Ciò non ha impedito di portare avanti la tradizione della "codana d'badoti col pom ntl'mez" (collana di ballucci con la mela nel mezzo) che si regala per il giorno dei morti.

Una volta i bambini l'aspettavano con ansia.
Oggi non è più così....... Bisogna aggiornarsi...
c'è Halloween.

Scusate ma per me il 2 novembre resta il giorno dei defunti e voglio portare avanti quelle tradizioni non consumistiche e a buon mercato che qualcuno vuol rendere inutili per poi cancellare.

martedì 19 ottobre 2010

MELOGRANO

Altro frutto che io adoro è il melograno, che in questa stagione impazza nei giardini.
Albero leggendario anche lui ha una lunga storia che si intreccia con la magia e la simbologia in luoghi e culture diverse e distanti tra loro.
Ha dato il nome alla citta' di Granada, e' da sempre considerato il frutto della fertilita', dell'energia vitale e della resurrezione, lo troviamo in moltissimi quadri nella mano di Gesu' Bambino. Per i Greci era pianta era sacra a Giunone . Ma leggende e utilizzi si trovano anche nella cultura egizia, romana, ebraica, islamica, indiana, vietnamita e dalmata.
Insomma un frutto che ha vinto il tempo e lo spazio oggi forse un po' dimenticato e usato solo come pianta ornamentale nei giardini

Al di là del succo, ricco di vitamine anche se un po' aspro, che, come svelato da Davide "Ortoweblog", può essere ottenuto facilmente con un pò di pazienza e uno schiacciapatate, se ne possono usare anche le radic

Un'esempio di frutto da legare ad una stagione precisa.... l'autunno, da non comprarsi quindi assieme alle ciliegie o alle fragole al supermercato.

domenica 17 ottobre 2010

AROMATICHE D'AUTUNNO

Sabato, il brutto tempo ha fatto capolino, nubi grigiastre e scrosci di pioggia improvvisi si alternano.
Decido comunque di fare una breve visita all'orto per raccogliere i semi di finocchio selvatico.
Ogni anno lascio una piamta nel vigneto, ma quest'anno ha superato in altezza il pergolo.

Ecco fiori e semi di finocchio che, una volta seccati, possono essere usati in mille modi, per gas intestinali, per bevande digestive, diuretiche ecc , ma sui suoi utilizzi erboristici spero ci illuminerà nei commenti a questo post (se lo leggerà) un'erborista "LAUREATA"







Da me vengono utilizzati soprattutto per aromatizzare diversi piatti invernali, come ad esempio i rapini passati in padella con aglio olio e salsiccia ...... e allora vediamo a che punto sono i rapini.
Crescono ... ma la mia pancia deve attendere ancora....

Ma ecco un'altra "erbetta" spontanea che cresce qua e là nell'orto senza che io la semini, la bietola, che io mi affretto a raccogliere visto che sta iniziando a piovere. Anche stavolta la visita non è stata inutile e qualcosa ho portato a casa dall'orto.


mercoledì 13 ottobre 2010

FRUTTI DIMENTICATI

Ecco un frutto che molti di voi "forse " non conoscono, un pò dimenticato cos'e?
Se tutti gli "sbarbati" rispondono io sarò felicissimo, vorrà dire che non è così dimenticato. Vediamolo più da vicino...

Non amo la suspance... per chi (molti?..pochi?) non lo sa ...... sono Giuggiole.

Diamole un pò di nobiltà raccontandone la storia.

Il giuggiolo è una pianta bassa, contorta, dai rami irregolari e spinosi. Un frutto antico originario della Siria che i romani importarono in Italia. Già negli scritti di Erodoto, che ritiene le giuggiole dolci quanto il dattero e, dopo aver fermentato, usate per produrre un vino, le cui più antiche preparazioni risalgono a Egizi e Fenici. Le giuggiole sono ormai frutti dimenticati, tranne che ad Arquà Petrarca, comune veneto dove i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni. Le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso brodo di giuggiole. Si consumano fresche, appena colte dall'albero, oppure leggermente raggrinzite. Oggi il nostro palato non ricerca più di questi dolci naturali, abituati come siamo a caramelle e merendinie vare. Ma chissà che, con il mio racconto, non abbia spinto qualcuno a piantare un giuggiolo, anche se non ne ricaverà alcuna utilità. Io intanto me le mangio.

lunedì 4 ottobre 2010

LA NATURA RALLENTA

Siamo ormai in autunno, la natura rallenta i suoi ritmi, gli animali si preparano al lungo inverno e al letargo. Le giornate si accorciano e i raggi di sole sui miei monti si fanno piu' tenui specchiandosi pigramente sul bianco del marmo........

Ferma tutto.... mi pare che nel giardino nè Rughi (maschio) ne Tarty (femmina) la pensino così, anzi..... la vita ferve (ho grande fantasia nei nomi)"O Semola e lasciaci un poì in pace!" ok ... me ne vado

Beh, di tanto movimento ci sono anche i frutti.... vi presento Rughino.

Anche il fico d'india è arrossito... presto si potranno gustare i frutti

domenica 3 ottobre 2010

PRIMA SVINATURA

Sabato mattina, ore 8 arriva mio fratello lo precede il profumo di focaccia appena sfornata con "mundiola" (mortadella). Iniziamo le operazioni inserendo il rubinetto nella botte .Apriamo il rubinetto.... e esce vinoooooo.

Ancora vino rosso e profumato .... anche se non si può ancora bere.
I vapori della cantina ci rendono un po' allegrotti, mangiamoci un po' di focaccia, altrimenti rischiamo di ubriacarci senza bere.
Adesso con colino finissimo travasiamo tutto nelle damigiane..
Poi togliamo il mosto dalla botte per metterlo nello strizzo idraulico... che faticaccia, per fortuna siamo in due.
...e strizziamo.... ma non tantissimo.
Ecco la forma di mosto compresso... che andrà ad arricchire il cumulo.
Risultato dieci damigiane nove di vino e una di strizzo. Adesso mettiamo i bollitori sulle damigiane, ripuliamo con cura la botte e lo strizzo e attendiamo San Martino.